Cookie Consent by Free Privacy Policy website Un pezzo raro dell'epoca della formazione della Terra ritorna dopo miliardi di anni nel congelatore
aprile 29, 2016 - e.s.o.

Un pezzo raro dell'epoca della formazione della Terra ritorna dopo miliardi di anni nel congelatore

La cometa senza coda ci riporta dalla nube di Oort alcuni indizi sull'origine del Sistema Solare

Alcuni astronomi hanno trovato un oggetto raro, anzi unico, che sembra essere fatto di materiale delle zone interne del Sistema Solare, risalente all'epoca della formazione della Terra, conservato per miliardi di anni nella nube di Oort, molto lontano dal Sole. Le osservazioni ottenute con il #vlt (Very Large Telescope) dell'ESO e con il telescopio CFHT (Canada France Hawai`i Telescope) mostrano che C/2014 S3 (PANSTARRS) e' il primo oggetto scoperto su un'orbita cometaria di lungo periodo che ha le caratteristiche di un asteroide incontaminato del Sistema Solare interno. Potrebbe svelarci importanti indizi sulla formazione del Sistema Solare.

In un articolo, pubblicato oggi sulla rivista Science Advances, Karen Meech dell'Institute for Astronomy dell'Universita' delle Hawai`i e i suoi colleghi concludono che C/2014 S3 (PANSTARRS) si e' formata nelle zone interne del Sistema Solare contemporaneamente alla Terra, ma e' stata da li' espulso in una fase precoce della formazione dei pianeti.

Le osservazioni indicano che e' un antico corpo roccioso, piuttosto che un asteroide contemporaneo che si e' perso per strada. Come tale, e' uno dei potenziali mattoni costitutivi dei pianeti rocciosi, come la Terra, che e' stato espulso dalle zone interne del Sistema Solare e conservato nei ghiacci della Nube di Oort per miliardi di anni [1].

Karen Meech spiega le inattese osservazioni: "Conoscevamo gia' molti asteroidi, ma questi sono stati arrostiti dalla loro vicinanza per miliardi di anni al Sole. Questo e' il primo asteroide ancora "crudo" che possiamo osservare: e' stato conservato nel miglior freezer che esista".

C/2014 S3 (PANSTARRS) e' stata identificata in origine dal telescopio Pan-STARSS1 come una cometa debolmente attiva, a poco piu' di due volte la distanza della Terra dal Sole. Il periodo orbitale attuale, molto lungo (di circa 860 anni) suggerisce che la sua origine sia nella Nube di Oort e che sia stato solo relativamente recente indirizzato verso un'orbita che lo porta piu' vicino al Sole.

L'equipe ha subito capito che C/2014 S3 (PANSTARRS) era insolita, poiche' non ha la caratteristica coda che la maggior parte delle comete a lungo periodo produce quando si avvicina cosi' al Sole. Come risultato, e' stata soprannominata la cometa Manx (o dell'Isola di Man), dal nome del gatto senza coda. A poche settimane della scoperta, l'equipe ha ottenuto spettri del debole oggetto con il VLT dell'ESO in Cile.

Uno studio attento della luce riflessa da C/2014 S3 (PANSTARRS) indica che e' tipica degli asteroidi noti come tipo-S, di solito presenti nella fascia principale degli asteroidi. Non appare come una cometa tipica, che dovrebbe formarsi nelle zone esterne del Sistama Solare ed essere ghiacciata invece che rocciosa. Sembra che il materiale sia stato solo scarsamente trasformato, indicando che e' stato congelato per molto tempo. L'attivita' cometaria molto debole associata con C/2014 S3 (PANSTARRS), consistente con la sublimazione di ghiaccio d'acqua, e' circa un milione di volte minore di quella delle comete attive a lungo periodo quando raggiungono distanze simili dal Sole.

Gli autori concludono che questo oggetto e' probabilmente fatto da materiale nuovo del Sistema Solare interno che e' stato conservato nella Nube di Oort e ora sta ritornando verso il centro del Sistema Solare.

Alcuni modelli teorici sono in grado di riprodurre la maggior parte delle strutture che vediamo nel Sistema Solare. Una differenza importante tra questi modelli e' quello che prevedono sugli oggetti che compongono la Nube di Oort. Diversi modelli prevedono rapporti molto diversi di corpi rocciosi e corpi ghiacchiati. Questa prima scoperta di un oggetto roccioso dalla Nube di Oort e' percio' una verifica importante delle diverse previsioni dei modelli. Gli autori stimano che l'osservazione di 50-100 di queste comete Manx sia necessaria per distinguere tra gli attuali modelli, aprendo un nuovo filone nello studio delle origini del Sistema Solare.

Il co-autore Olivier Hainaut (ESO, Garching, Germania) conclude: "Abbiamo trovato la prima cometa rocciosa e ne stiamo cercando altre. A seconda di quante ne troveremo sapremo se i pianeti giganti hanno danzato avanti e indietro nel Sistema Solare quando erano giovani o se sono cresciuti quietamente senza spostarsi di molto. " 

Note

[1] La nube di Oort e' una vasta regione che circonda, come una gigantesca, spessa bolla di sapone, il Sole. Si stima che contenga milioni di milioni di corpi ghiacciati. Ogni tanto uno di questi corpi viene urtato e cade verso l'interno del Sistema Solare, dove il calore del Sole lo trasforma in una cometa. Si pensa che questi corpi ghiacciati siano stati espulsi dalla regione dei pianeti giganti mentre questi si formavano, nelle prime epoche del Sistema Solare.

Ulteriori Informazioni

Questo lavoro e' stato presentato in un articolo intitolato “Inner Solar System Material Discovered in the Oort Cloud”, di Karen Meech et al., nella rivista Science Advances.

L'equipe e' composta da Karen J. Meech (Institute for Astronomy, University of Hawai`i, USA), Bin Yang (ESO, Santiago, Cile), Jan Kleyna (Institute for Astronomy, University of Hawai`i, USA), Olivier R. Hainaut (ESO, Garching, Germania), Svetlana Berdyugina (Institute for Astronomy, University of Hawai’i, USA; Kiepenheuer Institut für Sonnenphysik, Freiburg, Germania), Jacqueline V. Keane (Institute for Astronomy, University of Hawai`i, USA), Marco Micheli (ESA, Frascati, Italia), Alessandro Morbidelli (Laboratoire Lagrange/Observatoire de la Côte d’Azur/CNRS/Université Nice Sophia Antipolis, Francia) e Richard J. Wainscoat (Institute for Astronomy, University of Hawai`i, USA).

L'ESO (European Southern Observatory, o Osservatorio Australe Europeo) è la principale organizzazione intergovernativa di Astronomia in Europa e l'osservatorio astronomico più produttivo al mondo. È sostenuto da 16 paesi: Austria, Belgio, Brasile, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Spagna, Svezia, e Svizzera, oltre al paese che ospita l'ESO, il Cile. L'ESO svolge un ambizioso programma che si concentra sulla progettazione, costruzione e gestione di potenti strumenti astronomici da terra che consentano agli astronomi di realizzare importanti scoperte scientifiche. L'ESO ha anche un ruolo di punta nel promuovere e organizzare la cooperazione nella #ricerca astronomica. L'ESO gestisce tre siti osservativi unici al mondo in Cile: La Silla, Paranal e Chajnantor. Sul Paranal, l'ESO gestisce il Very Large Telescope, osservatorio astronomico d'avanguardia nella banda visibile e due telescopi per survey. VISTA, il più grande telescopio per survey al mondo, lavora nella banda infrarossa mentre il VST (VLT Survey Telescope) è il più grande telescopio progettato appositamente per produrre survey del cielo in luce visibile. L'ESO è il partner principale di ALMA, il più grande progetto astronomico esistente. E sul Cerro Armazones, vicino al Paranal, l'ESO sta costruendo l'European Extremely Large Telescope o E-ELT (significa Telescopio Europeo Estremamente Grande), un telescopio da 39 metri che diventerà "il più grande occhio del mondo rivolto al cielo".

La traduzione dall'inglese dei comunicati stampa dell'ESO è un servizio dalla Rete di Divulgazione Scientifica dell'ESO (ESON: ESO Science Outreach Network) composta da ricercatori e divulgatori scientifici da tutti gli Stati Membri dell'ESO e altri paesi. Il nodo italiano della rete ESON è gestito da Anna Wolter.

 

News correlate

luglio 27, 2018
luglio 18, 2018
giugno 04, 2018

È il culmine di 26 anni di osservazioni dell'ESO nel cuore della Via LatteaAlcune osservazioni effettuate con il #vlt (Very Large ...

Il #vlt (Very Large Telescope) dell'ESO ha visto la prima luce con una nuova modalità di ottica adattiva chiamata Tomografia Laser...

Alcuni astronomi, usando #alma e il #vlt, hanno scoperto che sia alcune galassie "starburst" nell'Universo primordiale che una reg...