Cookie Consent by Free Privacy Policy website Usare la tecnologia per salvare delle vite in montagna: una prova d’intervento con i droni a 2.500 metri d’altitudine
giugno 16, 2016 - IDM Sudtirol

Usare la tecnologia per salvare delle vite in montagna: una prova d’intervento con i droni a 2.500 metri d’altitudine

Cercare dispersi, trasmettere immagini della zona interessata, trasportare materiale sanitario salvavita: tutto quello che possono fare i droni nel soccorso alpino è stato mostrato qualche giorno fa nei pressi del rifugio Plose vicino a Bressanone. A 2.500 metri di altitudine si è svolta la manifestazione “Technology Check: l’uso di droni nelle emergenze”, organizzata dal Gruppo di lavoro “Droni” dell’ Ecosystem Tecnologie alpine - Protezione civile & Sicurezza alpina di IDM Alto Adige in collaborazione con il Soccorso Alpino e Speleologico dell’Alto Adige (CNSAS). Dei piloti professionisti hanno vissuto un’esperienza d’intervento in un’area in alta montagna e si sono confrontati con dei soccorritori esperti su come impiegare l’apporto tecnologico dei droni nel soccorso in alta quota.

Quando nel soccorso in montagna ci si trova a intervenire in luoghi difficilmente raggiungibili o in zone pericolose i droni sono molto apprezzati. Sono pronti all’uso in brevissimo tempo, sorvolano grandi superfici in pochi minuti, raggiungono la meta esatta e possono trasportare anche dei pesi. Inoltre, in confronto ad altri mezzi di soccorso come gli elicotteri hanno dei prezzi e dei costi di manutenzione relativamente bassi. C’è voluto poco perché il Gruppo di lavoro “Droni” mostrasse da vicino alle organizzazioni altoatesine del soccorso alpino e a esperti della protezione civile come si possano impiegare le nuove tecnologie nelle emergenze in montagna.

Più di trenta soccorritori esperti del Soccorso Alpino altoatesino, della Croce Rossa e dei Carabinieri, così come partner internazionali che si occupano di protezione civile hanno osservato sei piloti professionisti altoatesini, che hanno mostrato dal vivo alcuni esempi pratici di situazioni con cui si confronta spesso il soccorso in montagna. Sono stati presentati diversi modelli di droni con differenti funzioni e possibilità d’impiego. Così come un drone dotato di una telecamera a infrarossi è volato attraverso una nebbia fitta, un altro può trasportare materiale per l’intervento, come una valigia per il pronto soccorso; con le immagini fornite da un terzo drone si può realizzare un modello 3D dell’area sorvolata e un altro ancora può trasmettere alla centrale operativa delle immagini in diretta. Anche la possibilità di usare i droni per documentare meglio le prestazioni durante l’intervento è stata accolta molto positivamente da tutti i presenti.

Le capacità di questi soccorritori volanti hanno impressionato molto i partecipanti, che hanno sottolineato quanto tempo si può guadagnare usando dei droni in caso d’intervento. «Le nuove tecnologie salvano vite. In un’operazione di ricerca, non appena il capo-intervento riceve un’immagine dell’area, i soccorritori possono essere mandati nel punto d’intervento esatto. Così si evita che i soccorritori vadano nel posto sbagliato e perdano tempo prezioso.» ha commentato Giorgio Gaier, il nuovo presidente del Soccorso Alpino e Speleologico dell’Alto Adige.

Attualmente in Alto Adige ci sono 24 piloti professionisti certificati e sei aziende collaborano con l‘EURAC, la Libera Università di Bolzano, l’Agenzia per la Protezione civile e l’Ente per l’aviazione civile (ENAC) nel Gruppo di lavoro “Droni” di IDM Alto Adige: «I componenti del nostro Gruppo di lavoro collaborano tra loro allo sviluppo di nuove tecnologie e tutti assieme puntano alla conquista del mercato alpino. Confidiamo soprattutto nei droni impiegabili in zone estreme, un’importante vuoto di mercato che vorremmo colmare» spiega Sebastian Mayrgündter, che coordina il gruppo di lavoro per IDM.

A breve sarà fatta un’indagine tra i 24 piloti altoatesini di droni per verificare quali opportunità economiche offrano al momento queste nuove tecnologie e come lo sviluppo di questo settore possa essere sostenuto nel modo più efficiente e sostenibile possibile. «L’“Extrem Environment Simulator”, che dal 2018 starà al NOI Techpark di Bolzano e che accelererà lo sviluppo tecnologico, sarà una colonna portante» prosegue Mayrgündter. Proprio questo simulatore è stato presentato in anteprima da parte di Andrea Vilardi dell’EURAC alle persone che hanno preso parte alla manifestazione.

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