Cookie Consent by Free Privacy Policy website Un'antica popolazione di stelle nelle splendide immagini della regione centrale della Via Lattea prodotte dal telescopio VLT dell'ESO
dicembre 16, 2019 - e.s.o.

Un'antica popolazione di stelle nelle splendide immagini della regione centrale della Via Lattea prodotte dal telescopio VLT dell'ESO


Il VLT (Very Large Telescope) dell'ESO ha osservato la regione centrale della Via Lattea con una risoluzione spettacolare e ha scoperto nuovi dettagli sulla storia della nascita delle stelle nella nostra galassia. Grazie alle nuove osservazioni, gli astronomi hanno trovato le prove di un evento drammatico nella vita della Via Lattea: uno scoppio di formazione stellare così intenso che ha portato a oltre centomila esplosioni di supernova.

"La nostra survey senza precedenti di gran parte del centro galattico ci ha fornito approfondimenti dettagliati sul processo di formazione delle stelle in questa regione della Via Lattea", afferma Rainer Schödel dell'Istituto di astrofisica dell'Andalusia a Granada, in Spagna, che ha condotto le osservazioni. "Contrariamente a quanto era stato accettato finora, abbiamo scoperto che la formazione stellare non è stato un processo continuo", aggiunge Francisco Nogueras-Lara, che ha condotto due nuovi studi sulla regione centrale della Via Lattea mentre si trovava nello stesso istituto di Granada.

Nello studio, pubblicato oggi su Nature Astronomy, l'equipe ha scoperto che circa l'80% delle stelle nella regione centrale della Via Lattea si è formato nei primi anni della nostra galassia, in un periodo compreso tra otto e 13,5 miliardi di anni fa. Questo periodo iniziale di formazione stellare è stato seguito da circa sei miliardi di anni durante i quali sono nate pochissime stelle. La relativa pausa è terminata a causa di un intenso scoppio di formazione stellare circa un miliardo di anni fa quando, in un periodo inferiore ai 100 milioni di anni, si sono formate in questa regione stelle per una massa totale fino a qualche decina di milioni di volte la massa del Sole.

"Durante questa raffica di attività, le condizioni di questa regione sotto studio probabilmente assomigliavano a quelle delle galassie ‘starburst’, che formano stelle con tassi di oltre 100 masse solari all'anno", afferma Nogueras-Lara, che ora ha lavora presso il Max Planck Institute for Astronomy in Heidelberg, Germania. Al momento, l'intera Via Lattea sta formando stelle con un tasso di circa una o due masse solari all'anno. "Questo grande amento di attività, che deve aver provocato l'esplosione di oltre centomila supernovae, è stato probabilmente uno degli eventi più energici dell'intera storia della Via Lattea", conclude. Durante questi episodi impulsivi, vengono create molte stelle massicce; poiché hanno una durata più breve rispetto alle stelle di massa inferiore, raggiungono la fine della loro vita molto più velocemente, morendo in violente esplosioni di supernova.

Questa #ricerca è stata possibile grazie alle osservazioni della regione centrale della Galassia condotte con lo strumento HAWK-I dell'ESO installato sul VLT nel deserto cileno di Atacama. Questa camera sensibile ai raggi infrarossi ha sbirciato attraverso la polvere per darci un'immagine notevolmente dettagliata della regione centrale della Via Lattea, pubblicata in ottobre su Astronomy & Astrophysics da Nogueras-Lara e da un gruppo di astronomi provenienti da Spagna, Stati Uniti, Giappone e Germania. L'immagine straordinaria mostra la regione più densa di stelle, gas e polvere della Galassia, che ospita anche un buco nero supermassiccio, con una risoluzione angolare di 0,2 secondi d'arco. Ciò significa che il livello di dettaglio acquisito da HAWK-I equivale all'incirca a vedere da Monaco, dove si trova la sede dell'ESO, un pallone da calcio a Zurigo.

Questa immagine è la prima prodotta dalla survey GALACTICNUCLEUS. Questo programma si basa sull'ampio campo visivo e sull'alta risoluzione angolare di HAWK-I sul VLT dell'ESO per produrre un'immagine meravigliosamente nitida della regione centrale della nostra Galassia. La survey ha studiato oltre tre milioni di stelle, coprendo un'area corrispondente a più di 60.000 anni luce quadrati alla distanza del centro galattico (un anno luce è di circa 9,5 trilioni di chilometri).

 

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