Cookie Consent by Free Privacy Policy website Dalla cassetta delle carrozze al cockpit dello Sprinter
novembre 11, 2020 - Mercedes-Benz

Dalla cassetta delle carrozze al cockpit dello Sprinter

Stoccarda. Non diversamente dai posti di guida dei truck, anche l’evoluzione dei cockpit dei van rispecchia l’avanzamento tecnologico avvenuto nel corso dei decenni. La nuova generazione del #MercedesBenz Sprinter mostra quale sia il livello di benessere oggi offerto a conducente e passeggero nello svolgimento delle rispettive attività lavorative. Sistema di avviamento senza chiave Keyless Start, potenti climatizzatori e sedili anatomici che tutelano la salute della schiena, senza dimenticare il cambio automatico 9G-TRONIC, disponibile a richiesta, e il sistema multimediale MBUX sono solo alcuni dei dettagli con i quali lo Sprinter può facilitare il lavoro quotidiano dei suoi utilizzatori. I primi posti di guida dei veicoli per consegne, invece, erano piuttosto simili alle cassette delle carrozze trainate da cavalli – anche le modalità di guida degli antenati degli odierni veicoli commerciali leggeri non erano poi molto diverse da quelle di una carrozza. È stato lento lo sviluppo che ha trasformato la spartana cassetta esterna delle carrozze nel posto di guida moderno, per il quale vengono impiegate numerose dotazioni comfort.

La classe dei veicoli commerciali è antica quasi quanto l’automobile stessa, sebbene a quei tempi il concetto di “van/furgone” non esistesse ancora. A livello mondiale, uno dei primi rappresentanti di questa categoria di veicoli fu il “Benz Combinations-Lieferungs-Wagen” (carrozza per consegne combinata Benz), costruito nel 1896 dall’azienda che in quegli anni si chiamava Benz & Cie. La “piccola carrozza con allestimento furgone rimovibile” era stata ricavata dalla vettura per trasporto passeggeri “Victoria”, e disponeva inizialmente di un motore monocilindrico da 2,5 CV in grado di trasportare un carico utile di 300 kg. Il primo “van”, sul quale il conducente sedeva su una cassetta imbottita, venne consegnato al grande magazzino parigino Du Bon Marché. Per il conducente non erano previsti né un parabrezza, né un tetto fisso e neppure un volante. Il “Combinations-Lieferungswagen” era dotato unicamente di un braccio sterzante montato verticalmente. Una protezione contro la pioggia veniva fornita al massimo da un piccolo elemento sporgente sul tetto dell’allestimento. Conformemente allo stato della tecnica di quel periodo, le forze venivano trasferite alle ruote posteriori da un cambio a tre marce con trasmissione a catena e, in assenza del segnalatore acustico elettrico oggi consueto, il conducente doveva premere una semplice trombetta. Dal 1897 anche la Daimler-Motoren-Gesellschaft offrì una serie di veicoli per consegne, con carichi utili compresi tra 500 e 2.000 kg, denominata “Daimler-Geschäftswagen” (carrozza commerciale Daimler).

Benz-Gaggenau offrivano al conducente un comfort significativamente maggiore. Si trattava di veicoli costruiti dal 1911 al 1916, le cui denominazioni modello D11, KL11 e B10 rispecchiavano il relativo carico utile. A differenza dei loro predecessori, questi veicoli disponevano di un vero volante, con piantone dello sterzo inclinato che ne facilitava enormemente l’utilizzo. Ogni movimento di sterzata, tuttavia, richiedeva un grande sforzo. Tramite leve supplementari sul volante, potevano essere regolate funzioni essenziali del motore, come il momento d’accensione e la miscela. Oltre ai fari principali, poteva essere montato anche un faro orientabile che, considerata la scarsa illuminazione stradale di quei tempi, rappresentava un importante aiuto per la guida notturna. Come al solito, il conducente sedeva ancora all’aperto, ma era quantomeno protetto dalla pioggia da una capote apribile in tessuto. Non era ancora stata presa in considerazione neppure l’ipotesi di un sistema di riscaldamento e ciò costringeva il conducente e il passeggero a indossare abiti molto caldi in autunno e in inverno.

Nell’anno che vide la fusione delle aziende Daimler-Motoren-Gesellschaft e Benz & Cie. venne lanciato sul mercato il #MercedesBenz L 1. Disponibile come piccolo veicolo commerciale leggero e come truck a seconda della carrozzeria e del carico utile, il modello offriva per la prima volta una variante a sé stante con allestimento furgone. L’innovazione più importante per il conducente e il passeggero era la cabina chiusa. Contrariamente agli standard dell’epoca nel campo dei veicoli commerciali, la cabina era perfino dotata di finestrini laterali – una peculiarità che, al momento del debutto del L 1, non era affatto scontata perfino sulle autovetture. Nelle giornate calde il parabrezza ribaltabile in avanti a fungere da “climatizzatore”. Dettagli utili erano poi una finestra nella parete divisoria verso il vano di carico, che consentiva di gettare uno sguardo sulla merce trasportata e, come sui veicoli precedenti, il già noto faro orientabile.

Nel 1955 la giovane Repubblica Federale Tedesca si trovava nel pieno del miracolo economico. I settori dell’artigianato, della piccola industria e del commercio avevano bisogno di mezzi di trasporto adeguati, che consentissero di far fronte alla crescente ondata di ordini e merci. Con l’L 319 #MercedesBenz presentòla risposta giusta. Il primo autentico veicolo commerciale del Marchio in quasi tre decenni di storia si distingueva dai suoi predecessori per il moderno concept della cabina avanzata, che consentiva di limitare l’ingombro. L’avveniristico layout e il grande successo di vendite fecero dell’L 319 il precursore di numerose e fortunate generazioni di van #MercedesBenz, fino alle attuali serie di Sprinter e Vito.

Per offrire un accesso confortevole, gli sviluppatori avevano spostato molto in avanti l’asse anteriore e ciò, insieme all’arcuato parabrezza panoramico realizzato in un solo elemento, conferiva al veicolo da 3,6 tonnellate un aspetto del tutto originale. La plancia ospitava un indicatore della velocità e un termometro per l’acqua di raffreddamento. Mancava ancora un indicatore del livello di carburante. Il conducente doveva quindi calcolare in anticipo quanta strada avrebbe potuto percorrere con il carburante presente nel serbatoio da 60 litri. La leva del cambio sul volante era un lontano precursore del joystick impiegato sullo Sprinter attuale. Gli indicatori di direzione e il clacson venivano azionati tramite un anello sul volante. Il motore longitudinale entrava abbondantemente all’interno della cabina e, oltre a rendere difficile il passaggio dal sedile del conducente al sedile del passeggero, era anche molto presente dal punto di vista acustico; in compenso però la plancia offriva uno scomparto aperto continuo, che consentiva di conservare i documenti a portata di mano.

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