Secondo quanto emerso da una nuova indagine condotta da #Kaspersky, gli italiani sono favorevoli alla human augmentation e a vivere in una società popolata da “cyborg”. Ma non tutti gli europei sono entusiasti al pensiero di condividere la propria quotidianità con persone che hanno deciso di potenziare il proprio corpo con la #tecnologia. Ad influire su questi ultimi e sul possibile sviluppo di questo settore, sicuramente la scarsa comprensione di cosa sia davvero la human augmentation.
La human augmentation è la possibilità di potenziare il proprio corpo e la propria mente grazie alla #tecnologia. Si presenta sotto due profili diversi: può essere una scelta obbligata da motivi di salute, come nel caso di protesi bioniche, oppure motivata dalla volontà di “potenziarsi”, ad esempio inserendo dei chip per l'identificazione a radiofrequenza (RFID) nel proprio corpo.
Secondo quanto emerso da una nuova ricerca di #Kaspersky che ha coinvolto 6.500 persone di sette diversi Paesi europei, il 42% degli italiani (contro il 46,5% degli europei) crede che le persone dovrebbero essere libere di migliorare il proprio corpo utilizzando la tecnologia anche se alcuni nutrono preoccupazioni circa l'impatto sociale a lungo termine di questa #tecnologia. Sia per l’Italia che per l’Europa è il 12% degli intervistati ad essere contrario all’idea di lavorare con una persona "potenziata" poiché ritiene che questo possa influire sulle prestazioni professionali e creare un disequilibrio.
Solo il 36% degli italiani è preoccupato che la human augmentation possa provocare disuguaglianze sociali o conflitti. In Europa la percentuale è di poco superiore con il 39%. In generale, la metà (52%) degli italiani è "entusiasta" o "ottimista" riguardo la possibilità di vivere in una società fatta di “cyborg”. Il dato è superiore alla media europea, che si attesta invece al 49%.
Secondo lo studio di #Kaspersky, il 60% degli italiani ha dichiarato di aver incontrato qualcuno che ha potenziato e migliorato il proprio corpo sfruttando la #tecnologia, contro il 51% degli europei intervistati.
In linea con gli tutti intervistati, più di un terzo degli italiani (39%) afferma di essere "sempre stato aperto" al potenziamento tramite la tecnologia mentre il 16% si è riscoperto più favorevole ora rispetto a dieci anni fa. In Italia, i più entusiasti e ottimisti all’idea di vivere in futuro popolato da cyborg sono gli uomini con il 40% contro il 33% delle donne.
In merito all’idea di legarsi sentimentalmente ad una persona “potenziata” ben il 58% ha risposto che non rappresenterebbe un problema mentre il 7% ha dichiarato addirittura di averlo già fatto. Se paragonato al dato europeo, la differenza è evidente: meno della metà (45%) sarebbe aperto all’idea di frequentare a una persona che ha utilizzato la #tecnologia per migliorare parti del suo corpo e solo il 5,5% ha avuto una relazione di questo tipo.
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