Milano, 8 ottobre 2021 – L’era digitale ha portato con sé una vera e propria rivoluzione, con numerosi benefici per le persone e la società. Eppure, insieme alla #tecnologia, è nata anche qualche nuova abitudine meno apprezzabile. Una di queste è il Phubbing – dall’inglese ‘Phone’ e ‘Snubbing’ – termine che letteralmente descrive l’atto di trascurare con intenzione i propri interlocutori reagendo istantaneamente a qualsiasi notifica proveniente dal telefono o semplicemente navigando su Internet nel bel mezzo di una conversazione.
Secondo l’ultimo #sondaggio che Wiko, brand di telefonia franco-cinese da sempre attento all’osservazione dei trend del digitale, ha condotto all’interno della propria Instagram community, sebbene il termine non sia molto noto – l’85% non ne conosceva il significato – il fenomeno è fin troppo diffuso. E decisamente poco apprezzato.
Quando viene subìto, infatti, è ritenuto un comportamento irritante dalla quasi totalità dei rispondenti alla survey (81%). Eppure, oltre il 70% ammette di avervi ceduto almeno una volta. Il 23% degli intervistati, addirittura, afferma di “snobbare” il prossimo frequentemente, lanciando continue occhiate distratte al telefono mentre è in compagnia di una o più persone. Un dato che non stupisce, considerando che il 68% degli utenti controlla il proprio #smartphone più di 50 volte al giorno. D’altronde, il device mobile è ormai l’oggetto che mantiene tutti costantemente in contatto e aggiornati, è usato per lavorare, studiare, controllare le notizie, anticipare i cambiamenti del meteo e per socializzare (a quanto pare, però, non con chi ci sta davanti).
Tra le motivazioni più comuni per distrarsi con lo #smartphone c’è la noia. Il 78% dei partecipanti alla survey di #wiko, infatti, dichiara di controllare il display più spesso se si annoia. Occhio quindi a mantenere le conversazioni sempre brillanti, pena l’essere ignorati. Il restante 22%, invece, cede alla distrazione solo in caso di particolare agitazione. Se l’argomento è spinoso o l’interlocutore mette in soggezione, rifugiarsi nello schermo dello #smartphone pare funzionare come un ottimo antistress.
Per quanto odiato, la maggioranza, comunque, ritiene il phubbing giustificato se la causa della distrazione digitale è l’attesa di un messaggio importante (61%). E il 39% ha una soglia di tolleranza perfino più alta: il semplice controllo di notifiche ed e-mail vince sulla buona etichetta. Questioni di priorità.
Nonostante quasi tutti siano d’accordo che il phubbing contribuisca a rendere secondaria l’interazione con gli altri aumentando la possibilità di fraintendimenti, discussioni e malumori, sembra proprio che alcuni non riescano a fare a meno di avere lo #smartphone sempre a portata di mano. Il 30% dei rispondenti, infatti, avrebbe grosse difficoltà a lasciare il telefono in tasca per il tempo di una intera conversazione.
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