Mancano pochi mesi alla fatidica “prova costume” e nella primavera 2024, oltre all’angoscia per i centimetri di troppo, gli italiani dovranno mettere in conto anche la “prova cybersicurezza”.
Sono infatti aumentati gli attacchi alla pubblica amministrazione e alle aziende, soprattutto le PMI nel 2023. Nel 2023 gli attacchi gravi registrati in Italia dal C.N.A.I.C. e N.O.S.C. sono stati 12.101, che hanno in particolare colpito le Pubbliche Amministrazioni (41%) e l’industria Manifatturiera (29%). I così detti financial crime e le truffe online a danno di aziende e privati sono stati, nell’ordine 10.755 (più di 40.5 milioni di euro sottratti) e 16.637 (più di 139.5 milioni di euro sottratti)*1. Quello però a cui molti non pensano è che la maggior parte di questi colpi sono stati messi a segno grazie a un errore umano, attraverso la commistione di device personali e aziendali, e una sempre più dilagante disinvoltura digitale. Cyber Guru, piattaforma di Security Awareness Training, che si occupa di formare i dipendenti nel renderli consapevoli del corretto utilizzo delle tecnologie digitali, trasformando il famoso “fattore umano” da anello debole a prima linea di difesa contro i cyber attacchi, fa il punto su un tema apparentemente innocuo come il fitness personale nell’era digitale.
Non si conoscono le origini di molti attacchi per cui le organizzazioni italiane nel 2023 hanno dovuto sborsare ingenti somme di denaro, e spesso non si scopriranno mai. Ma l’esperto della formazione in cyber sicurezza non esclude che molti di questi attacchi siano stati generati da gesti inconsapevoli, come un link cliccato con leggerezza su una pagina IG di interesse, o su un messaggio in direct (DM). Con l’avvento dell’uso diffuso dell’intelligenza artificiale oggi è ancora più facile essere raggirati. Secondo un recente sondaggio di Cyber Guru, il 52% del campione ammette di non essere in grado di distinguere un influencer virtuale da uno vero sui social network*2. Inoltre, gli utenti sono sempre più disinvolti: sempre secondo lo stesso sondaggio il 13% ha ammesso di aver scambiato messaggi o addirittura file musicali o foto con uno sconosciuto. Eppure, basta un gesto così banale per scaricare un virus sul proprio device, che, al momento opportuno, ruberà dati personali, come password, account bancari, e informazioni sensibili. Dati che potranno essere poi utilizzati dai cyber criminali per attaccare la persona, o l’azienda per cui lavora.
In questa stagione, in cui sono in moltissimi a ricorrere ad applicazioni digitali e non per rimettersi in forma, una delle trappole più usate dai cyber criminali è proprio quello della Remise en Forme. Per questo Cyber Guru stila una lista delle 3 truffe, a suo avviso, attualmente più popolari legate proprio al fitness.
Questo vale anche per le famose challange su Instagram da 30 giorni, dove un finto brand propone di testare un prodotto per verificarne l’efficacia.
“In un’epoca dove il confine tra la vita reale e quella digitale e tra i device personali e aziendali si è completamente sgretolato occorre prestare molta attenzione a ciò che si fa ‘on’ e ‘off line’. Gli utenti non devono dimenticarsi di essere anche dipendenti, capi d’azienda o comunque responsabili anche della sicurezza informatica del loro entourage” spiega Maurizio Zacchi di Cyber Guru, che prosegue “Non vogliamo scoraggiare le persone a perseguire i loro hobby o uno stile di vita attivo con questo monito, ma semplicemente invitarle ad attuare il famoso spirito critico quando compiono azioni quotidiane come quella di scansionare un QR Code”.
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