Non è fantascienza, è già realtà: i satelliti spaziali stanno cambiando il modo di produrre il cibo su questo pianeta. Lo ha spiegato oggi pomeriggio al Padiglione USA di Expo Milano 2015 la dottoressa Ellen Stofan (Capo Scienziata alla NASA). USA, Russia, Europa, Giappone e ultimamente anche Cina e India, sempre più paesi al mondo inviano le loro missioni nelle profondità dello spazio. E i dati raccolti hanno già raggiunto la massa critica in grado di modificare la realtà, a partire da quella del cibo.
La nuova agricoltura arriva dallo spazio
Alluvioni, siccità, riscaldamento climatico, crescita delle piante, diffusione di malattie: lo sciame di satelliti in orbita attorno al nostro pianeta raccoglie ad ogni istante ogni genere di informazioni sull’andamento dell’agricoltura, su ogni angolo della superficie terrestre. Dati che possono poi essere analizzati da botanici, climatologi ed agronomi. Da tutto questo lavoro nascono modelli matematici in grado di prevedere l’andamento dei raccolti, con un livello di attendibilità in crescita costante, grazie al costante miglioramento tecnologico e scientifico.
Abbattere il Digital Divide per sfamare il pianeta
Sapere è potere. Se la massa di dati sensibili riguardanti la produzione alimentare globale è sempre più grande, si pone il problema dell’accesso a tali informazioni. In altre parole, la dottoressa Stofan ha spiegato come il futuro dell’accesso al cibo passerà inevitabilmente per l’accesso alle informazioni raccolte dalle missioni spaziali. Consapevoli di tutto ciò, alla NASA rendono pubblici tutti quei dati che possano essere utili agli agricoltori, dalla California al Ghana. E per renderli accessibili anche ai non addetti ai lavori, in collaborazione con enti di cooperazione governativi e ONG, vengono messi a punto sistemi di divulgazione utilizzabili direttamente dagli agricoltori, anche da un normale smartphone.
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